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Dipinti e Opere da Vedere a Palazzo Ducale Venezia

All’interno del Palazzo Ducale sono custodite le opere dei più importanti artisti che lavorarono a Venezia.

Tra i più illustri che dominarono la scena artistica della città figura il trio composto da Domenico Tintoretto, Paolo Veronese, Tiziano Vecellio ma non posso fare a meno di citare anche Vittore Carpaccio, Palma il Giovane, Andrea Vicentino e Giambattista Tiepolo.

In questo articolo, per ovvi motivi, non potrò illustrarti ogni singola opera e autore del Palazzo, ma ho deciso di scegliere gli autori e i dipinti che più mi hanno colpito e che celebrano il mito di Venezia.

Prima di iniziare, una breve premessa: se hai intenzione di visitare il Palazzo Ducale di Venezia, le sale e tutti gli altri ambienti, è fortemente consigliato acquistare il biglietto online, a causa della lunga coda che potrebbe formarsi in biglietteria. Acquistando il ticket in anticipo, potrai accedere al Palazzo dei Dogi saltando la fila.

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Palazzo Ducale Venezia: opere e dipinti più conosciuti

Il Paradiso – Il Tintoretto

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Jacopo Robusti, detto “Il Tintoretto”, nacque a Venezia nel 1518 e fu uno dei più grandi esponenti della scuola Veneziana e del Rinascimento italiano.

L’appellativo Tintoretto derivava dal mestiere del padre, tintore di stoffe, che incoraggiò le sue doti artistiche facendolo studiare presso la bottega del pittore Tiziano.

L’utilizzo dei chiaroscuri con audaci contrasti, l’uso rivoluzionario del colore e di prospettive ardite, sono modalità rappresentative caratteristiche di questo artista, che amava trasmettere nelle sue opere un senso di pathos e drammaticità. Le sue scene dinamiche faranno affermare allo scrittore Jean – Paul Sartre che Tintoretto fu ‘’il primo regista che la storia abbia mai avuto’’.

In fondo alla sala del Maggior Consiglio si trova il suo colossale dipinto del Paradiso realizzato tra il 1588 e il 1592.

L’opera è composta da più tele cucite ed è popolata da una moltitudine di figure di Santi e Angeli (circa cinquecento), la visione, nonostante rappresenti il paradiso, è inaspettatamente caotica e affollata, quasi cupa. A primo impatto trasmette una sensazione di horror vacui, se non fosse per la luce che pervade i due protagonisti della scena, Gesù e Maria, sostenuti da una fitta schiera di cherubini e serafini.
Un fascio di luce scende al di sotto di loro, è lo spirito santo che cade esattamente sul timpano del trono su cui sedeva il doge e annuncia favori alla Repubblica da parte di Cristo.

Il tema non è solo religioso ma è anche l’allegoria del Buon Governo, la luce è l’essenza divina che entra  nella figura del doge, investito di una missione celeste, che gli permette di prendere sempre la decisione più giusta.

Il dipinto, è popolato da numerosi personaggi riconoscibili dai loro simboli

Un angelo in volo offre a Maria un fiore, è l’Arcangelo Gabriele che le porge il Giglio dell’Annunciazione; al di sotto dei protagonisti sono rappresentati i quattro evangelisti : San Marco con il Leone, Luca affiancato dal Bue, Matteo con l’Angelo e Giovanni con l’aquila;  sulla destra sono rappresentati i dodici apostoli, Adamo ed Eva, Abramo con il figlioletto Isacco, il re Davide che suona il salterio, Mosè con le tavole della legge, Noè con il modellino dell’arca; sono poi riconoscibili i profeti con i libri aperti e i dottori della chiesa; i martiri sono ritratti in gran numero con la palma nelle mani. 

Nella realizzazione del dipinto, che fu definito da Ruskin come ‘’il più bello della storia dell’arte”  il pittore, non più giovane, collaborò con il figlio Domenico, lasciandoci una delle sue ultime e più spettacolari opere.

Per maggiori informazioni, leggi analisi e descrizione del Paradiso del Tintoretto.

Il Trionfo di Venezia – Paolo Veronese

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Paolo Caliari, soprannominato ‘’Il Veronese’’, nacque a Verona nel 1528.

Nel 1553 l’artista fu chiamato per la prima volta a lavorare a Venezia con un prestigioso incarico: la decorazione delle nuove sale di Palazzo Ducale destinate al Consiglio dei Dieci. La committenza fu molto soddisfatta del suo operato, tanto da commissionargli successivamente i cicli pittorici di altre sale dell’edificio .

La fama di questo grande artista deriva dalle sue abilità di colorista. Questa tecnica pittorica, tipica dell’ambiente veneto, prevedeva che il colore venisse steso sul supporto senza aver precedentemente realizzato un disegno preparatorio, definendo così le figure. Questo procedimento permetteva al pittore di utilizzare il colore e plasmare gli effetti di luce con maggiore libertà. Il colorismo sarà una delle correnti a cui si ispireranno successivamente i pittori impressionisti dalla seconda metà dell’800, tra cui Renoir.

Tra le opere del Veronese presenti a Palazzo Ducale, ho deciso di descriverti una delle mie preferite, il ‘’Trionfo di Venezia, incoronata dalla Vittoria’’.

Questa tela, realizzata dal Veronese nel 1583, occupa lo spazio ovale al centro del soffitto ligneo della Sala del Maggior Consiglio.

Una delle caratteristiche dello stile del Veronese, è quella di far perdere l’occhio dell’osservatore tra una moltitudine di personaggi, che si ‘’muovono’’ in maniera dinamica all’interno di complicate e teatrali architetture, con illusioni ottiche e invenzioni prospettiche. La pittura è chiara e luminosa, e raffigura la città di Venezia nelle vesti di una regina dalla chioma dorata. La parte sommitale del dipinto è occupata dalla figura della Vittoria alata che incorona Venezia, mentre ai suoi piedi vengono raffigurate La Pace, L’Abbondanza, La Gloria, La Sicurezza e La Libertà. Appoggiata alla balaustra sottostante è rappresentata tutta la società veneziana, dal popolo fino alla classe patrizia, che sorvegliati da guardie a cavallo, festeggiano la propria città.

E’ interessante perdersi nei simboli che si possono scovare all’interno del dipinto, se osservi tra le figure del popolo che un soldato accarezza un cane bianco, simbolo di Fedeltà.

Il Leone Andante – Vittore Carpaccio

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Vittore Carpaccio, nacque a Venezia nel 1465, e si distinse per la produzione di teleri che raffigurano la società Veneziana dei secoli a cavallo tra il ‘400 e il ‘600, con i suoi usi e costumi.

Quella del telero era una tecnica pittorica che prevedeva l’utilizzo di tele di grandi proporzioni, solitamente in canapa o lino, che venivano montate su supporti di legno e dipinte con colori a olio. Questa tecnica era molto utilizzata a Venezia, vista la difficoltà della conservazione dell’affresco in climi così umidi.

Una delle particolarità di Carpaccio era la sua vasta conoscenza dei romanzi cortesi, dei poemi, dei bestiari, dell’arte classica, dell’araldica e dell’agiografia a cui si ispirano le figure e i dettagli che popolano i paesaggi e gli scorci delle sue tele.

Una delle sue opere più celebri è il dipinto a tempera raffigurante il Leone di San Marco, realizzato nel 1516.

Il Leone alato di San Marco è il simbolo della Repubblica di Venezia e rappresenta il patrono della città. La leggenda cristiana narra che mentre l’evangelista navigava nelle acque di Aquileia verso Roma, un angelo in vesti di leone gli apparve in sogno esclamando la frasePax tibi Marce Evangelista meus, hic requiescet corpus tuum’’ (Pace a te Marco mio Evangelista, qui riposerà il tuo corpo), preannunciando che il santo avrebbe trovato gloria e riposo tra la popolazione veneta.

In questo dipinto noterai, come in altre rappresentazioni del Leone veneziano, che l’animale reca tra le grinfie un libro aperto con la tradizionale iscrizione.

Le zampe anteriori del leone, raffigurato in movimento (da qui il nome ‘’andante’’) poggiano sulla terraferma, mentre quelle posteriori sull’acqua, un evidente richiamo al dominio della Repubblica che si estendeva sulla terra e sul mare.

Sullo sfondo vi è una magnifica veduta di Venezia con il suo Palazzo Ducale, la Basilica e il Campanile di San Marco. Sulla destra si apre una vista con l’Arsenale e la Punta della Dogana, con i vascelli che transitano sulle acque della laguna.

Questo dipinto inizialmente fu commissionato da cinque magistrati del Dazio de Vin, a cui appartengono gli stemmi che puoi osservare alla base del dipinto, ed era collocato nel loro palazzo sulla Riva del Ferro. Il dipinto venne poi spostato nella Sala Grimani di Palazzo Ducale nel 1797.

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La battaglia di Lepanto – Andrea Vicentino

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Andrea Michieli, detto il Vicentino dalla sua città di nascita, fu uno degli artisti più prolifici di Venezia. L’artista manierista si formò nell’orbita di Tintoretto, di Veronese e dei Bassano. Venne coinvolto nel grande cantiere di rifacimento della decorazione pittorica delle sale del Maggior Consiglio e dello Scrutinio.

A Palazzo Ducale potrai ammirare uno dei più spettacolari tra i suoi dipinti, “La battaglia di Lepanto”.

L’opera  fu commissionata dapprima al Tintoretto dal Consiglio dei Dieci, per celebrare la memorabile battaglia contro i turchi del 7 ottobre 1571, dipinto che però andò distrutto nel 1577 a seguito di un disastroso incendio.

La nuova tela, commissionata al Veronese, ci meraviglia per la minuziosità dei dettagli e la quantità di personaggi che animano la scena e che ben rendono l’idea di quella che fu la battaglia che vide la più grande concentrazione di navi da guerra mai vista in quel tratto di mare. Le cronache narrano che venne impiegato un esercito di 244 navi da guerra, le famose galere e galeazze, e 90 mila persone tra soldati e marinai.

Il dipinto è così dettagliato che possiamo scorgere alcuni tra i protagonisti dello scontro: in primo piano sulla destra è rappresentato il futuro doge Sebastiano Venier, vestito di nero e con la barba bianca, il comandate dell’alleata armata spagnola Giovanni d’Austria (lo puoi riconoscere dall’elmo piumato spagnolo e lo scettro del comando nelle sue mani), e di quella pontificia Marcantonio Colonna che sventola lo stendardo con il Cristo su fondo dorato. Al centro del lato sinistro è raffigurato l’ammiraglio ottomano Alì Pascià.

Per maggiori informazioni, scopri la descrizione e l’analisi dell’opera Battaglia di Lepanto di Andrea Vicentino.

Il Giudizio Universale – Palma il Giovane

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Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane, per distinguerlo dal prozio Jacopo, nacque a Venezia nel 1549.

Il suo stile fu influenzato da quello di Tiziano, del Tintoretto e del Veronese.

Nella Sala dello Scrutinio, nel 1592, Palma il giovane realizzò l’enorme telero del Giudizio Universale.

La scelta del tema non è casuale, infatti in questa sala avveniva lo scrutinio delle votazioni che si tenevano nella Sala del Maggior Consiglio. Il dipinto è quindi allegoria dell’esercizio della Giustizia e del rifiuto dei vizi. Il dipinto è propedeutico a quello del Paradiso del Tintoretto, che decora la successiva sala del Maggior Consiglio.

Protagonista della scena è la figura di Gesù, investito di luce, mentre scende dall’empireo circondato da angeli e cori angelici.

Nella sua discesa Cristo pronuncia le parole del giudizio, benedicendo con una mano gli eletti e respingendo con la mano sinistra i dannati.

Al suo fianco sono rappresentati Maria e l’apostolo Giovanni, mentre in secondo piano trova spazio la schiera dei dodici apostoli.

Quattro angeli tubicini suonano le trombe che portano i morti al risveglio, rappresentati nel momento della loro resurrezione, sotto una lapide.

A sinistra si trova il corteo dei beati mentre a destra quello dei condannati, scacciato dagli angeli e accolti dai diavoli dell’inferno.

I Doni del Mare – Giambattista Tiepolo

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Tiepolo è famoso per essere uno degli artisti più contesi a livello ‘’internazionale’’ ai tempi della Repubblica. Numerosi furono i principi, i sovrani e i prelati che in Europa e Russia commissionarono al pittore le decorazioni dei loro palazzi.

L’artista nacque a Venezia nel 1696 ed è considerato uno dei massimi esponenti dello stile Rococò. Il suo stile si riconosce per la spettacolarità dei suoi dipinti, con spazi illusori che sfondano le volte e spazi luminosi realizzati anche grazie all’impiego di colori chiari e trasparenti. Le opere sono spesso popolate da figure mitologiche e allegorie, nonché da popolazioni e animali di luoghi lontani ed esotici.

All’interno della Quadreria puoi ammirare l’unico dipinto che Tiepolo nel 1758 realizzò per il Palazzo Ducale, “Nettuno offre i suoi doni a Venezia”.

L’opera riproduce un’opera compiuta poco prima dal Tintoretto, ormai troppo degradata per essere conservata.

Il soggetto vede come protagonisti Nettuno e Venezia: Il Dio dei mari versa da una cornucopia una moltitudine di doni: monete d’oro e gioielli tra cui perle e coralli, ossia tutte le ricchezze che la città guadagna dai suoi fiorenti commerci.

Venezia è raffigurata come una donna bellissima in abiti cinquecenteschi, che poggia un braccio sul simbolo del suo potere, il leone alato di San Marco.

Nonostante il dipinto celebri il mito di Venezia, il dominio della città sul levante era ormai ridotto in quegli anni a piccole isolette e i suoi commerci non erano più floridi come nel Rinascimento.

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Altri dipinti a Palazzo Ducale Venezia

Come ho specificato prima questo articolo non tratta di tutti i numerosissimi dipinti esposti nel Palazzo Ducale, ti fornisco però un elenco delle opere più importanti custodite in ciascuna sala, potrai portarlo con te mentre passeggi per gli ambienti di questo magnifico edificio.

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Sala degli Scarlatti

  • Madonna col bambino, Tiziano
  • La Resurrezione, Giuseppe Porta
  • ll doge Loredan con San Marco in Adorazione della Vergine e San Giovanni Battista; Vincenzo Catena

Sala Grimani

  • Il Trionfo di Marco Aurelio; Jacopo Tintoretto
  • Il Trionfo di Costantino; Veronese
  • Il Trionfo di Tiberio; Tiziano
  • Il Trionfo di Adriano; Jacopo Tintoretto
  • Il Trionfo di Nerone; Jacopo Tintoretto
  • Il Trionfo di Vespasiano; Jacopo Tintoretto
  • Il Trionfo di Domiziano; Jacopo Tintoretto
  • Il Trionfo di Antonino Pio; Jacopo Tintoretto
  • Il Trionfo di Caracalla; Jacopo Tintoretto
  • Il Trionfo di Traiano; Jacopo Tintoretto

Sala Erizzo

  • Ritratti dogali; artisti anonimi
  • La salita al Calvario; Girolamo Bassano
  • L’arca di Noè; Girolamo Bassano
  • La presentazione al tempio e una teletta del XVIII secolo raffigurante Il doge Sebastiano Ziani davanti a papa Alessandro III; Girolamo Bassano

Sala degli Stucchi

  • Ritratto di Enrico III; Tintoretto

Sala dei filosofi

  • Raffigurazioni di filosofi antiche; Paolo Veronese
  • San Cristoforo con il Bambino sulle spalle; Tiziano

Sala Corner

  • Madonna in trono con Bambino; Alvise Vivarini 
  • La vergine orante; Scuola giottesca
  • Compianto di Cristo; Giovanni Bellini

Liagò

  • La gente di mare offre un modello di galera a Santa Giustina, Domenico Tintoretto
  • La trasfigurazione; Domenico Tintoretto
  • Il doge Giovanni Bembo dinanzi a Venezia con figure allegoriche; Domenico Tintoretto
  • Il doge Marcantonio Memmo dinanzi alla vergine con figure simboliche di città soggette; Jacopo da Palma Il Giovane
  •  La Religione; Jacopo da Palma Il Giovane
  •  La Concordia; Jacopo da Palma Il Giovane.

Sala dell’Armamento (o Sala del Guariento)

  • L’Incoronazione della Vergine assisa in trono accanto al Redentore; Guariento

Questo affresco trecentesco, i cui resti vennero rinvenuti nel 1905 al di sotto del Paradiso del Tintoretto,venne rimosso e ricollocato all’interno della Sala dell’Armamento. La motivazione per cui il dipinto venne sostituito fu il grande incendio che distrusse il Palazzo il 20 Dicembre 1577. L’opera rappresenta l’incoronazione Vergine Maria.

Sala dello Scrutinio

  • Il Giudizio Universale;  Jacopo da Palma Il Giovane
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Sala del Maggior Consiglio

  • Incoronazione della Vergine; Guariento
  • Trionfo di Venezia; Paolo Veronese
  • Il doge Nicolò da Ponte, al cospetto di Venezia, riceve l’omaggio degli ambasciatori delle città sottomesse; Jacopo Tintoretto
  • Il Paradiso; Jacopo e Domenico Tintoretto
  • Venezia incoronata dalla Vittoria accoglie le province soggette; Jacopo da Palma il Giovane
  • Ritratto del doge Andrea Dandolo; Tintoretto
  • La presa di Smirne; Paolo Veronese
  • La difesa di Scrutari; Paolo Veronese
  • La battaglia di Casalmaggiore; Francesco Bassano
  • La battaglia di Polesella; Francesco Bassano
  • La battaglia di Riva; bottega di Tintoretto
  • La battaglia di Argenta; bottega di Tintoretto
  • La difesa di Brescia; bottega di Tintoretto
  • La battaglia di Gallipoli; bottega di Tintoretto
  • La battaglia di Maclodio; Francesco Bassano
  • La battaglia di Cadore; Francesco Bassano
  • La vittoria di Cremona; Jacopo Palma
  • Andrea Gritti riconquista Padova; Jacopo Palma
  • Papa Alessandro III consegna la spada al doge Sebastiano Ziani; Francesco Bassano
  • La conquista di Zara; Andrea Vicentino
  • La presa di Costantinopoli; Domenico Tintoretto
  • La vittoria sui genovesi a Chioggia; Carlo e Gabriele Caliari

Atrio quadrato

  • Otto tele laterali con episodi biblici e putti simboleggianti le stagioni; Jacopo Tintoretto
  • L’Annuncio ai pastori; Girolamo Bassano
  •  e tre tele attribuite al Veronese, Adamo ed Eva cacciati dal paradiso terrestre; Il Veronese
  • La preghiera nell’orto; Il Veronese
  •  San Giovanni scrive l’Apocalisse; Il Veronese

Sala delle Quattro Porte

  • Personificazioni di Venezia e di citta ad essa assoggettate (Verona, Brescia, Istria, Padova, Friuli, Treviso, Vicenza, Altino); Jacopo Tintoretto
  • Giove consegna a Venezia il dominio dell’ Adriatico; Jacopo Tintoretto
  • Giunone offre a Venezia le insegne del potere; Jacopo Tintoretto
  •  Venezia spezza il giogo della schiavitù; Jacopo Tintoretto
  • Nettuno offre doni a Venezia; Giambattista Tiepolo
  • Venezia appoggiata al mondo; Nicolò Bambini

Sala dell’Anticollegio

  • Venezia dispensa ricchezze e onorificenze; Paolo Veronese
  • Mercurio e le Grazie; Jacopo Tintoretto
  • Pallade allontana Marte; Jacopo Tintoretto
  • Arianno trovata da Bacco; Jacopo Tintoretto
  •  Fucina di Vulcano; Jacopo Tintoretto

Sala del Collegio

  • Il trionfo di Venezia; Domenico Tintoretto
  • Cristo morto sorretto dagli angeli adorato dai dogi Pietro Lando e Marcantonio Trevisan; Jacopo Tintoretto e bottega
  • I Dogi Lorenzo e Girolamo Priuli in Adorazione del Cristo trionfante; Palma il Giovane

Sala del Consiglio dei Dieci

  • L’adorazione dei Magi, Antonio Aliense
  • La pace di Bologna tra Carlo V e Clemente VII nel 1530; Marco Vecellio
  • Copia di Giove che scende dal cielo a fulminare i vizi del Veronese
  • Vecchio orientale; Il Veronese
  • Giunone che sparge i suoi doni su Venezia; Il Veronese

Sala della Bussola

  • Copia ottocentesca di San Marco che incorona le virtù teologali di Paolo Veronese

Domande frequenti

Cosa c’è dentro il Palazzo Ducale a Venezia?

Il Palazzo Ducale di Venezia contiene al suo interno un compendio completo della storia, della politica, dell’arte e delle istituzioni della Repubblica di Venezia.

Chi viveva nel Palazzo Ducale di Venezia?

Il Palazzo era la residenza del doge. Appena eletto, il capo di stato era obbligato a “traslocare” all’interno degli appartamenti a lui riservati: una ventina di stanze, una cappella privata e una biblioteca.

Cosa c’è da vedere dentro il Palazzo Ducale di Venezia?

All’interno del Palazzo, oltre alle sale dei principali organi di governo della Repubblica di Venezia, si può ammirare un ricco patrimonio artistico e scultoreo commissionato e collezionato per secoli dai suoi dogi. Tra le opere più celebri Il Paradiso del Tintoretto, il Leone Marciano di Vittore Carpaccio e le statue di Marte e Nettuno di Jacopo Sansovino.

Perché il Palazzo Ducale è famoso?

Il Palazzo è famoso per la sua affascinante architettura in stile gotico veneziano, per la ricchezza del patrimonio artistico custodito al suo interno e per il valore storico e simbolico che possiede l’edificio, ospitava infatti i più importanti organi di rappresentanza della Repubblica di Venezia e gli appartamenti del doge.

Chi ha costruito il Palazzo Ducale a Venezia?

Il Palazzo venne restaurato e ingrandito per volere del doge Sebastiano Ziani a partire dal 1173. Successivamente saranno numerosi gli ampliamenti e le ricostruzioni commissionate nei secoli dai dogi della Repubblica di Venezia ai più illustri architetti tra cui Nicolò Barattiero, Filippo Calendario, Antonio Rizzo, Pietro Lombardo, Antonio Abbondi, Antonio da Ponte, Andrea Palladio, Gianantonio Rusconi, Bartolomeo Manopola.

Chi ha dipinto il Palazzo Ducale a Venezia?

Numerosi furono gli artisti che dipinsero le sale e le adornarono con le loro tele. Tra i più illustri furono chiamati a dipingere per gli interni del Palazzo Ducale figurano il Guariento, Jacopo e Domenico Tintoretto, Paolo Veronese, Tiziano Vecellio, Vittore Carpaccio, Palma il Giovane ,Girolamo Bassano,  Andrea Vicentino e Giambattista Tiepolo.

Dipinti a Palazzo Ducale Venezia: conclusioni

Eccoci giunti alla fine di questo articolo sui dipinti del Palazzo Ducale di Venezia, se desideri qualche altro approfondimento non esitare a lasciare un commento qui sotto.

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